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COME STRUTTURARE L'ALLENAMENTO: IL METODO INTERMITTENTE



di Stefano Porro - istruttore di judo

 

Per metodo intermittente intendo l’alternanza di brevi fasi di attività motoria intensa seguite da brevi recuperi attivi, in un ciclo continuo ad intensità variabile.
Come standard applicativo consiglio l’esecuzione di 6 serie con fasi attive e di recupero di circa 30”. Un ciclo completo durerà così circa 5’.
I tempi sono ovviamente approssimativi perché dipendono dal tipo di esercizio e dal numero di ripetizioni, mentre la durata del recupero è intuitiva, cioè valutata individualmente in base alla capacità di completare il ciclo con ritmo uniforme.
Concettualmente il recupero deve essere breve ed attivo, il modo migliore di realizzarlo è la corsa leggera, in massima scioltezza, oppure semplicemente camminare, se il recupero risulta più difficoltoso.


In casi specifici i tempi possono essere variati, ad esempio per la preparazione della gara di judo, si possono fare 8 serie con fasi attive di 20” e recuperi di 10” per un totale di circa 4’; perché questo ciclo riproduce le condizioni di gara (gli addetti ai lavori avranno sentito parlare del protocollo Tabata, che non a caso era un giapponese!).

Tornando a noi, una volta definito il ciclo base (le 6 serie eseguite in circa 5’) possiamo analizzare come impostare la seduta di allenamento:

Riscaldamento
6 cicli allenanti
Defaticamento



Consiglio di organizzare i cicli allenanti secondo una sequenza anatomica, ovvero un esercizio per ogni parte del corpo nel seguente ordine:

Mani
Braccia
Busto
Muscoli profondi della schiena e dell’addome (Core)
Gambe
Addominali


(In realtà sconsiglio gli esercizi di isolamento per cui è più esatto dire che una parte del corpo è maggiormente coinvolta)

Tra i cicli allenanti si eseguono recuperi attivi della durata di circa 3’. Durante questi recuperi si eseguono esercizi dinamici per il miglioramento della coordinazione e della flessibilità.
Come avrete notato, nell’impostazione dell’allenamento proposto non esistono pause, ma recuperi attivi, in modo che l’attività motoria risulti continua e a intensità variabile per tutta la durata del training che può durare mediamente 60’.

Dunque riassumendo l’unità di allenamento può essere così organizzata:


Riscaldamento 10’
Mani 5’
Ginnastica 3’
Braccia 5’
Ginnastica 3’
Core 5’
Ginnastica 3’
Gambe 5’
Ginnastica 3’
Addominali 5’
Defaticamento 5’


L’esercizio per le mani può essere Halo (l’aureola) che è un esercizio completo che coinvolge anche le spalle, diversamente si abbina un esercizio per gli extrarotatori della spalla.
La fase di defaticamento è caratterizzata da esercizi di stretching, soprattutto per la schiena, che inducono respirazione profonda e rilassamento.




 

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AVVERTENZE: le informazioni contenute in questo sito non intendono sostituirsi in nessun modo a parere medico o di altri specialisti. KettlebellMania.com e i suoi autori declinano ogni responsabilità di effetti o di conseguenze risultanti dall'uso di tali informazioni e dalla loro messa in pratica. L'allenamento con i Kettlebells può causare infortuni, si consiglia pertanto di prestare la massima attenzione e di eseguire esercizi e metodologie adatte al proprio livello di forma fisica. Consultare il proprio medico di fiducia prima di intraprendere qualsiasi forma di attività fisica o regime alimentare.


 

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